Rosa Andriulli

 Violoncellista , Pianista , Composer, Educatrice musicale, ricercatrice dei suoni, ricercatrice della cultura Violoncellistica

Rosa Andriulli

  • Nata il                     1964
  • a:                             Montescaglioso
  • Vive a :                   Cavallino di Lecce

Attivita’ :  Violoncellista , Pianista , Composer, Educatrice musicale, ricercatrice dei suoni, ricercatrice della cultura Violoncellistica

Ciao Rosa, ti va di fare una chiacchierata?

E facciamoci ‘sta chiacchierata…

Dài, dicci chi sei.

Mi chiamo Rosa Andriulli e sono nata nel…che faccio, lo dico?…vabbè, lo dico, nel 1964 a Montescaglioso, un paesino della provincia di Matera, ultima di quattro figli.

Sappiamo che sei una musicista di professione…raccontaci come mai hai optato per questa scelta.

E’ stato un percorso tanto obbligato quanto, alla fine, naturale…papà faceva il falegname o, almeno tentava di farlo, dal momento che spesso era assente dal suo laboratorio in quanto, nel periodo estivo, suonava il Basso Tuba nelle bande da giro insieme al suo socio (timpanista) e, durante l’inverno, era organista in tutte le manifestazioni sacre che si tenevano in paese, una specie di “Konzertmeister”  locale che si occupava di organizzare e dirigere anche un gruppo corale nel quale, peraltro, mia madre cantava da soprano; aggiungiamo che un mio fratello suonava i piatti e l’altro era trombonista…

Un famiglia di musicisti allora…

Già, ma no solo… e i cugini dove li mettiamo? Ti racconto una cosa divertente: al tempo del mio matrimonio la Banda di Montescaglioso era composta, per tre quarti, da miei parenti oltre che, naturalmente, dai miei congiunti; ebbene, la data di nozze fu in un certo senso concordata con l’impresario della banda stessa, altrimenti avrei rischiato di sposarmi senza invitati…persino quando sono nata, il 15 agosto, mio papà era fuori a suonare e, sin da piccola, non ricordo mai un mio compleanno  con tutti i miei familiari presenti al completo.

Però, nonostante  gli strumenti a fiato presenti in casa, come mai hai poi studiato il Violoncello? Non mi sembra che c’entri molto con la banda…

Effettivamente…però, vedi, tra papà e uno dei fratelli, ero letteralmente circondata da suoni dal caratteristico timbro scuro, motivo per il quale ho imparato, sin da piccola, a convivere con le frequenze basse, frequenze che ancora oggi mi affascinano tanto per cui, all’atto dell’esame di ammissione in Conservatorio, mi fu proposto di sceglier se studiare Fagotto o Violoncello ed io optai per quest’ultimo.

Ma tu suonavi già qualche strumento?

Si. In tenerissima età mi fu regalata una pianola giocattolo, con la quale mi cimentavo a suonare alcune canzoncine, già a sette anni accompagnavo  le recite di Natale della mia Scuola Elementare,  ovviamente ad orecchio, ma poi, da sola, imparai anche a riconoscere e quindi a leggere le note.

Allora sei entrata in Conservatorio…

Infatti…è è stato lo step successivo

Quanti anni avevi?

Ne avevo undici e all’inizio fu un vero incubo!

Come mai?

Mi iscrissi al Conservatorio di Matera e, dal momento che nessuno mi poteva accompagnare per motivi di lavoro, ho dovuto fare la “pendolare” da sola; poi, per fortuna, ho scoperto che molti miei compagni erano anche compaesani per cui, viaggiando con loro, tutto si è risolto per il meglio.

Mi risulta che la tua carriera studentesca sia stata di ottimo livello.

Questo non lo so, diciamo che mi sono difesa.

Ma poi, a diciannove anni, una svolta improvvisa…

E’ vero…finito il Liceo Scientifico (ebbene si, ho fatto la doppia scuola…) fui assunta in pianta stabile, presso l’Orchestra Sinfonica di Lecce quando non avevo ancora sostenuto l’esame di Compimento Medio di Violoncello, la qual cosa costituì per me una sfida enorme: dovevo lavorare e contemporaneamente completare gli studi musicali.

Non deve essere stato facile…

Per niente, è stato un periodo veramente complicato ma, alla fine, ne sono uscita, penso, bene.

Ma poi, non ti sei fermata qui!

Infatti! Mi piaceva e mi piace da matti suonare ma, col passare del tempo, cresceva in me il desiderio della maternità; nel frattempo mi ero sposata ma desideravo un tipo di lavoro che mi desse il tempo e la serenità per dedicarmi alla famiglia, per cui, a malincuore, ho diradato gli impegni orchestrali e ho cominciato ad insegnare. Sono stata per ventidue anni docente di Violoncello presso l’allora Liceo Musicale di Ceglie Messapica poi, nonostante due figlie piccole, ho trovato la forza di vincere un Concorso a Cattedra Nazionale e dopo il primo anno di insegnamento a Trapani (altro terrificante su e giù) ho finalmente ottenuto il trasferimento presso il Conservatorio di Lecce, città nella quale già da un pò risiedevo.

Ed ora?

Ora le figlie sono cresciute, una si è sposata, l’altra sta per farlo. Questo mi ha dato modo di intensificare la mia attività, peraltro mai interrotta, di Violoncellista. Ovviamente continuo ad esercitare la professione dell’insegnamento presso il Conservatorio.

Con chi e dove suoni, di solito?

A livello orchestrale ho un’attività di “freelance” non potendo, ovviamente essere contemporaneamente titolare sia a scuola che in orchestra; collaboro spesso con L’Orchestra della Magna Grecia di Taranto e l’Orchestra “131” della Basilicata, spesso ricoprendo il ruolo di primo Violoncello; inoltre suono tantissima musica da camera, anche all’estero…sono stata in Spagna, Francia, Grecia, Cina, Corea del Sud…

Hai un marito musicista…

Si, Fernando Toma, violinista, violista e tastierista, neo pensionato dopo quarantacinque anni di docenza, anche lui, presso il Conservatorio di Lecce…ci siamo conosciuti tanti anni fa a Matera.

Non mi permetto di chiederti qual è il rapporto personale con tuo marito, ma quello professionale? Suonate insieme qualche volta?

Suoniamo spessissimo insieme e devo dire che siamo entrambi, come posso dire…”bipolari”?…a secondo dei momenti che viviamo insieme: a livello familiare abbiamo un rapporto straordinario, fatto anche di amicizia, solidarietà e complicità; in ambito professionale invece siamo colleghi, e ho detto tutto…sul lavoro non abbiamo mai litigato, ma siamo stati qualche volta in disaccordo sulle scelte musicali, ed entrambi pensiamo che, a beneficio delle rispettive personalità, debba essere così!

Cosa ha per te in serbo il futuro?

E chi lo sa! ho tanti progetti, speriamo che qualcuno si realizzi.

Un’ultima cosa: confidami uno dei tuoi desideri.

Nonostante il passare degli anni vorrei essere sempre all’altezza della situazione, sia nella vita che in ambito lavorativo.

Che bello!!!…grazie mille

Grazie e te.

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  • Agenzia teatrale : Conservatorio di Lecce